Le fiamme di candela contengono milioni di minuscoli diamanti

La fiamma che arde di una candela ha generato per secoli paragoni con il brillare scintillante dei diamanti, ma una nuova ricerca ha scoperto che questa somiglianza è dovuta più alla scienza che ai sogni dei poeti.

Il Professor Wuzong Zhou, Professore di Chimica all’Università di St. Andrews ha scoperto che nella fiamma di candela esistono minuscole particelle di diamante.
La sua ricerca ha segnato un balzo scientifico nella risoluzione di un mistero rimasto irrisolto per migliaia di anni.
Sin dal tempo in cui fu inventata la prima candela nella Cina antica, più di 2000 anni fa, si moriva dalla curiosità di sapere quali segreti nascosti contenesse la sua fiamma.

La ricerca del Professor Zhou ha rivelato che, in una fiamma di candela che arde, vengono prodotte ogni secondo circa un milione e mezzo di particelle di diamante.
L’insigne accademico ha rivelato di aver scoperto questo elemento sconosciuto dopo una sfida sulla combustione nata con un collega scienziato.

Il Professor Zhou ha così raccontato: “Un collega di un’altra Università mi disse: Naturalmente nessuno sa di cosa sia fatta una fiamma di candela“.
Io gli risposi, invece, che credevo che la scienza potesse alla fine spiegare ogni cosa e così decisi di scoprirlo“.

Utilizzando un nuovo metodo campione, assistito dal suo studente Mr. Zixue Su, il Professore fu in grado di rimuovere alcune particelle dal centro della fiamma (esperimento mai riuscito fino ad allora) e scoprì, con suo stupore, che una fiamma di candela conteneva tutte quattro le forme del carbonio.

Il Professor Zhou commentò: “Fu una sorpresa perché ciascuna delle quattro forme viene di solito prodotta ognuna in condizioni diverse“.

Era già noto che alla base della fiamma esistessero molecole di idrocarburi, che venivano poi convertite in biossido di carbonio sulla cima della fiamma stessa, ma il processo tra le due fasi era sempre rimasto un mistero irrisolto.
Ora sia le nanoparticelle di diamante sia le particelle di fullerene (un allotropo molecolare del carbonio scoperto nel 1985) sono state scoperte al centro della fiamma, insieme a grafite e carbonio amorfo.

 

QUALE DIAMANTE
PUÒ RISPLENDERE
TANTO QUANTO UNA FIAMMA?

La scoperta potrebbe condurre ad una futura ricerca del come il diamante, sostanza chiave nell’industria, potrebbe essere creato ad un più basso costo ed in modo più semplice.

Il Professor Zhou ha anche aggiunto: “Sfortunatamente le particelle di diamante vengono completamente bruciate lungo tutto il processo, e convertite quindi in biossido di carbonio, ma questo cambierà per sempre il nostro modo di vedere una fiamma di candela“.

Il famoso scienziato Michael Faraday, nelle sue celebri lezioni del diciannovesimo secolo sul tema “Storia Chimica di una Candela“, disse, in occasione del suo discorso del 1860 sulla luce:

 

Tu hai la bellezza scintillante dell’oro e dell’argento, insieme al lustro ancor più grande di gioielli quali il rubino ed il diamante, ma nessuno di questi può competere con la brillantezza della fiamma. Quale diamante può risplendere tanto quanto una fiamma?“.

Rosey Barnet, Direttore Artistico di una delle più grandi Case, in Scozia, produttrici di candele, la Shearer Candles, ha definito questa scoperta come eccitante.
E infatti così ha commentato: “Ci siamo sentiti eccitati nell’apprendere della scoperta che in una fiamma di candela esistano particelle di diamante“.

Anche se attualmente non c’è modo di estrarre queste particelle, rimane comunque una scoperta emozionante, una di quelle scoperte che potrebbero cambiare il modo in cui la gente vede le candele. La ricerca dell’Università di St. Andrews sarà di grande interesse per l’intera industria produttrice di candele. Abbiamo sempre saputo che le candele accendono la luce in una stanza, ma ora la ricerca scientifica ci ha fornito maggiore consapevolezza del perché“.

Fonte: phys.org